5 Statue milanesi davvero insolite

Oggi abbiamo pensato di soffermarci su quei monumenti che probabilmente hai visto migliaia di volte passeggiando per la città, ma che forse non conosci molto bene. Vogliamo raccontarti alcune curiosità su 5 statue di Milano davvero insolite che si incontrano nelle piazze e vie. Alcune di queste brillano sicuramente per originalità. Dunque buona conoscenza della città e buona lettura!

Lo spirito meneghino è sempre stato estremamente pragmatico e tagliente. Quando l’ironia popolare prendeva di mira una opera d’arte aulica ed enfatica era, ed è, in grado di demoralizzare anche il più grande artista del mondo. Così è successo al geniale Antonio Canova il quale nel 1812 ritrasse Napoleone Bonaparte nelle vesti di Marte pacificatore (oggi la statua si trova nel cortile di ingresso del Palazzo di Brera). Il risultato fu un’opera davvero mirabile! Eppure i milanesi quando la videro la ribattezzarono subito “El balabiott” (dal dialetto, in italiano significa “il ballerino nudo”)!

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Anche un genio come Leonardo da Vinci fu interessato dall’ironia meneghina: il monumento a lui dedicato in Piazza della Scala (1872, autore Pietro Magni) che lo vede al centro dell’opera circondato dai suoi quattro discepoli venne subito ribattezzato “un liter in quater” (in italiano “un litro in quattro”); data la sua somiglianza ad un litro di vino con quattro bicchieri attorno, dove il genio toscano può far ricordare la bottiglia e i quattro discepoli i bicchieri!

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Succede poi che l’artista scelga quasi deliberatamente di essere bersaglio dell’ironia popolare, creando opere davvero insolite. É quello che è successo in piazza Missori al monumento dedicato all’omonimo ufficiale garibaldino (1912, autore Riccardo Ripamonti).

Il cavallo di Giuseppe Missori infatti risulta essere alquanto...stanco. Accanto a nobili destrieri cavalcati da cavalieri impettiti (ad esempio la statua di Garibaldi in Cairoli), possiamo invece ammirare il quadrupede di questa opera subito apostrofato “cavallo de brum”; (ronzini utilizzati per il traino di alcune carrozze pubbliche). A Milano inoltre esiste un detto per definire le persone stanche: “Te pàret el cavall del Missori!” (sembri il cavallo del Missori!), tanto per rendere l’idea di come questa statua sia entrata nella quotidianità dei milanesi.

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L’origine degli sberleffi questa volta è il nome di un santo e della scultura che lo rappresenta. Ci troviamo nel cortile delle armi del Castello Sforzesco e il religioso ritratto nella statua è San Giovanni Nepomuceno, protettore della casata degli Asburgo. Il suo nome aveva la capacità di far attorcigliare la lingua, tanto che i meneghini del XVIII secolo prontamente lo ribattezzarono “San Giovan nè pu né men” (San Giovanni nè più nè meno).

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Per l’ultima statua dobbiamo spostarci in via Mercanti, di fronte al Palazzo della Ragione. Qui si erge, in tutto il suo splendore manierista, il Palazzo dei Giureconsulti con al centro della sua facciata una statua enorme che rappresenta Sant’Ambrogio benedicente. Nel XVII secolo, l’oste dell’osteria ancora oggi presente in piazza Mercanti fu arrestato perchè aumentò il prezzo della polenta da due a tre soldi. Al momento dell’arresto si giustificò dicendo che non era colpa sua, ma di Sant’Ambrogio che glielo aveva suggerito con le tre dita alzate!

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Per queste ed altre curiosità, leggi l’ultimo post di Milanocuriosa.

Scritto da Francesco Mezzotera