Piazza Affari: tutte le curiosità da sapere

Sono tre le ragioni per le quali andare in Piazza degli Affari: o siete dei maghi della finanza, o vi siete persi, oppure siete alla ricerca di una delle opere più chiacchierate della città!

È proprio qui infatti che dal 2010 campeggia la famosissima scultura dell’artista Maurizio Cattelan dal titolo L.O.V.E. acronimo di Libertà. Odio. Vendetta. Eternità. Pensate che l’opera, realizzata in marmo di Carrara, contando anche il basamento, è alta ben 11 metri e rappresenta una gigantesca mano con le dita mozzate, fatta eccezione del medio ed è proprio per questo motivo che è più comunemente nota come “Il Dito”.

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L’irriverente scultura è stata spesso interpretata come critica alla crisi economica e simbolo di protesta contro la finanza. Tuttavia l’autore non ha mai avvallato queste ipotesi. Forse una tale interpretazione è stata data in merito alla sua collocazione.

L.O.V.E infatti è posta proprio di fronte al maestoso edificio di epoca fascista, alto più di 30 metri, meglio noto come Palazzo della Borsa. Si tratta di Palazzo Mezzanotte e deve il suo nome all’architetto che, nel 1927, venne incaricato della sua costruzione. L’aspetto solenne della costruzione si deve proprio all’architettura dell’epoca che prediligeva una ricercata sobrietà riprendendo però tematiche relative all’antica Roma per quanto riguarda i temi decorativi.

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Il palazzo divenne ben presto simbolo di una Milano moderna e al passo con tempi anche grazie ai servizi all’avanguardia che all’epoca offriva: come per esempio la chiamata simultanea di più ascensori, diverse linee telefoniche e il grande quadro elettrico che permetteva di vedere in tempo reale la quotazione di 78 titoli.

Dal momento che non esistono più le contrattazioni azionarie come quelle che si vedono nei film, ad oggi dell’antica “Borsa” resta solo il nome e Palazzo Mezzanotte oggi ospita riunioni e conferenze.

Questa è una delle tappe del Tour Quiz in Corso Magenta e Il Meglio di Milano che ti porteranno a vedere i luoghi più belli di Milano!

Scritto da Irene Malara

Foto: Emanuele Boetti